La Rivista Italiana delle Malattie Rare
Annachiara Carrozza, Berardo Rinaldi, Claudia Di Napoli, Maria Francesca Bedeschi
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Annachiara Carrozza, Berardo Rinaldi, Claudia Di Napoli, Maria Francesca Bedeschi
SSD Genetica Medica, Dipartimento Materno Infantile, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Milano

Acondroplasia e diagnosi prenatale
La diagnosi prenatale di acondroplasia può avvenire durante l'ecografia nel terzo trimestre di gravidanza che evidenzia la deflessione della lunghezza femorale. Macrocefalia, fronte prominente, radice nasale ampia e depressa, brachidattilia e mano a tridente sono altri segni ecografici patognomonici

Acondroplasia e diagnosi prenatale | La diagnosi prenatale di...

La diagnosi prenatale di acondroplasia può avvenire durante...

 

Nel periodo prenatale il riscontro ecografico della brevità del femore con una testa normale nel corso di indagini ecografiche routinarie orienta principalmente verso la diagnosi di displasia scheletrica. Le displasie scheletriche sono un gruppo estremamente numeroso e complesso di patologie con eterogeneità genetica e ampissima espressività variabile.

Premettendo che secondo gli studi più recenti l’accuratezza diagnostica delle displasie scheletriche nel periodo prenatale è di circa il 45-67%, nella valutazione di un feto con tale sospetto assume un’importanza fondamentale uno studio accurato della biometria e morfologia delle ossa lunghe, della testa, del torace, della morfologia e dello stato di ossificazione della colonna vertebrale e l’epoca gestazionale del riscontro ecografico.

La presenza di una brevità degli arti del feto grave (al di sotto del 3-4 DS) ad esordio precoce, tra la 14a e la 16a settimana, orienta verso una displasia scheletrica letale, tra cui le forme più comuni sono la displasia tanatofora e l’osteogenesi imperfetta tipo II/III, con un’accuratezza diagnostica dell’85-90% dei casi. La maggior parte delle forme non letali vengono, invece, diagnosticate tardivamente, come nel caso dell’acondroplasia in cui la deflessione della lunghezza del femore si evidenzia dopo la 24a settimana gestazionale (Fig. 1).

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fig 2 e 3Altri segni ecografici patognomonici sono la macrocefalia, il profilo del volto caratterizzato da fronte prominente, la radice nasale ampia e depressa, la brachidattilia e la mano a tridente (Fig.  2 e 3).

La diagnosi clinica viene confermata mediante l’analisi molecolare del gene FGFR3 su DNA estratto da villi coriali o amniociti.

L’acondroplasia, la displasia scheletrica più frequente (incidenza circa 1/25.000 nati vivi) è una condizione genetica a trasmissione autosomica dominante, causata da mutazioni del gene FGFR3, che codifica per FGFR tipo 3, proteina con effetto negativo nella crescita e differenziazione dei condrociti durante i processi di ossificazione encondrale.

La mutazione FGFR3 Gain of Function, che nel 95% dei casi è presente come mutazione G380R, determina un’alterazione della ossificazione encondrale.

Le principali caratteristiche cliniche sono bassa statura disarmonica con brevità rizomelica degli arti, macrocefalia con fronte prominente, radice nasale ampia e depressa, ipoplasia mascellare e brachidattilia con mano a tridente. Possono essere presenti complicanze neurochirurgiche (stenosi del forame magno, stenosi lombare), ortopediche (cifosi dorso-lombare, iperlordosi lombare, varismo tibiale), ORL (otiti medie ricorrenti, ipoacusia, OSAS), odontoiatriche (malocclusione), sovrappeso e problematiche psico-sociali.

La diagnosi precoce, quindi, è fondamentale per una presa in carico del bambino e della famiglia all’interno di un team multidisciplinare di un Centro Clinico Specializzato.

Bibliografia

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