La Rivista Italiana delle Malattie Rare
Alessandro Rossi1,2
1Sezione di Malattie Metaboliche, Centro Medico Universitario di...

Alessandro Rossi1,2
1Sezione di Malattie Metaboliche, Centro Medico Universitario di Groningen, Università di Groningen, Paesi Bassi; 2Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali, Università degli Studi di Napoli “Federico II”, Napoli

Empagliflozin e glicogenosi Ib: un caso clinico
In un recente lavoro viene presentato il caso di una paziente affetta da glicogenosi Ib trattata con empagliflozin, mostrando gli effetti su neutropenia/disfunzione neutrofila e malattia infiammatoria cronica intestinale.

Empagliflozin e glicogenosi Ib: un caso clinico | In un recente...

In un recente lavoro viene presentato il caso di una paziente...

 

Improved inflammatory bowel disease, wound healing and normal oxidative burst under treatment with empagliflozin in glycogen storage disease type Ib

Grünert SC et al. Orphanet Journal of Rare Diseases (2020) 15:218

Riassunto

In questo recente lavoro viene presentato il caso di una paziente adulta affetta da glicogenosi Ib (GSD Ib) trattata con empagliflozin, mostrando gli effetti su neutropenia/disfunzione neutrofila e malattia infiammatoria cronica intestinale (IBD). 

Punti di forza

In corso di terapia con empagliflozin si manifestano:

  • Assenza di eventi avversi
  • Conta dei neutrofili relativamente stabile e funzione dei neutrofili normale, consentendo la sospensione del trattamento con G-CSF
  • Miglioramento di frequenza evacuativa e Crohn’s Disease Activity Index (CDAI) e guarigione della ferita chirurgica addominale.

Limiti

  • Non disponibili dati su: genotipo, funzione dei neutrofili pre-trattamento, concentrazioni di 1,5-anidroglucitolo 6-fosfato, funzione renale
  • Non disponibili dati morfologici sulla malattia infiammatoria cronica intestinale (es. colonscopia, risonanza magnetica) post-trattamento con empagliflozin
  • Calprotectina fecale, proteina C-reattiva ed emoglobina normali prima dell’inizio del trattamento.

Una paziente di 35 anni affetta da glicogenosi Ib, presenta neutropenia (trattata con G-CSF dall’età di 9 anni) e IBD ed è in terapia dietetica (pasti frequenti diurni e nutrizione enterale notturna). All’età di 25 anni viene sottoposta a colectomia subtotale (stenosi del colon trasverso ed ascessi multipli). Nel corso del follow-up si osservano buon controllo metabolico, splenomegalia e trombocitopenia. A causa della IBD e dello scadimento delle condizioni cliniche generali, all’età di 33 anni viene sottoposta ad estesa resezione ileodigiunale. Si osserva progressiva deiscenza della ferita chirurgica (persistente oltre 1 anno dopo l’intervento). Per la presenza di 10-11 evacuazioni liquide die (CDAI:398), persistenza della ferita chirurgica e bassa qualità della vita viene avviato trattamento off-label con empagliflozin (10 mg/die). 

Non si verificano eventi avversi (infezioni urogenitali, episodi significativi di ipoglicemia, chetoacidosi). Le concentrazioni di albumina ed emoglobina restano normali. Persistono la trombocitopenia e la splenomegalia. La dieta resta invariata. Si osserva una relativa stabilità della conta dei neutrofili, anche dopo la progressiva sospensione del G-CSF (dopo 41 giorni di trattamento). Si verificano inoltre una riduzione del CDAI (184) e della frequenza evacuativa (5-7/die) e una riduzione della ferita della parete addominale. Dopo 1 mese di trattamento la dose di empagliflozin viene aumentata a 20 mg/die. Dopo 50 giorni di trattamento viene inoltre valutata la funzione dei neutrofili: l’apoptosi e la produzione di ROS (basali e sotto stimoli) nei polimorfonucleati della paziente appaiono paragonabili ai controlli.

Commento

Empagliflozin si è mostrato sicuro ed efficace in una paziente con GSD Ib. In particolare, è stato possibile sospendere la terapia con G-CSF dopo 25 anni. Poiché ciò non è possibile in tutti i pazienti con GSD Ib trattati con empagliflozin, la ragione di queste differenze (es. genotipo) dovrà essere chiarita. Nel caso riportato si è inoltre osservata normale funzione dei neutrofili in corso di empagliflozin. Tuttavia, la mancanza di dati su funzionalità pre-trattamento, concentrazioni di 1,5-anidroglucitolo 6-fosfato (il cui accumulo causa la neutropenia) e funzione renale (si veda l'articolo Empagliflozin nella glicogenosi tipo Ib: un successo della medicina traslazionale), richiede ulteriori studi per fornire l’adeguato substrato patogenetico a supporto di tale terapia.

In questo caso si è osservato inoltre un miglioramento dei sintomi legati alla IBD e la guarigione della ferita chirurgica addominale. Considerato l’andamento intermittente dei sintomi, l’assenza di dati morfologici (es. colonscopia, risonanza magnetica) e la normalità dei dati biochimici (es. emoglobina, calprotectina fecale) già prima del trattamento, ulteriori evidenze sono necessarie per confermare il possibile effetto di empagliflozin anche sull’IBD.
In conclusione, è opportuna la raccolta sistematica dei dati relativi all’utilizzo di empagliflozin per confermarne sicurezza ed efficacia.
 

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